Ritratto di un designer: Mario Grifoni

Fonte: manintown.com

29 settembre 2019 | Lorenzo Sabatini

Tutto è iniziato nel 1992, da un taglia e cuci “improvvisato” nell’armadio del nonno e del padre sulle loro camicie. Da quel momento in poi il designer Mauro Grifoni non si è più fermato. Dall’intuizione che sarebbe stata quella la strada da intraprendere, ha costellato di successi il suo percorso creativo improntato sull’heritage sartoriale italiano, ma declinato in formule e soluzioni stilistiche sempre atipiche e assai raffinate nell’esecuzione. Noi di Man in Town abbiamo avuto l’onore di conoscere un po’ meglio questo protagonista della moda italiana e il suo entusiasmo per il nuovo progetto chiamato Covert.

Essendo uno dei top player della industry italiana c’è qualche altro sogno nel cassetto che vorresti raggiungere?

Quando ho iniziato era tutto un sogno e posso dire che con il mio precedente brand MAURO GRIFONI molti di quei sogni sono riuscito a realizzarli.
Oggi resto un sognatore perché è una delle miei caratteristiche , ma penso di essere più razionale.

Covert è un progetto che segui con passione, cosa rende diversa una direzione artistica dall’altra?

Nel nome stesso che ho voluto per questo mio progetto COVERT siamo già verso una direzione artistica mai scontata.
COVERT = nascosto come aggettivo.
COVERT = rifugio come sostantivo.
Considero Covert non per tutti ma allo stesso tempo può esserlo.
Non seguo delle logiche commerciali scontate e nemmeno la direzione artistica lavora su immaginari preconfezionati che poco si addicono alla filosofia del brand, amiamo guardarci intorno per poi cercare di offrire una nostra interpretazione.

Hai qualche talento segreto? Un hobby insolito o comunque particolare?

Amo cucinare, mi rilassa. Lo faccio quasi sempre per le persone che amo, per gli amici e per me stesso, è la mia terapia segreta. Non ho un vero hobby attualmente se non il mio lavoro.

Sempre per conoscerti un po’ meglio, come è nata la tua passione per la moda?

Fa ridere però è la verità… Ai tempi usavo molto la camicia e quelle che vedevo sul mercato non mi piacevano quindi prendevo quelle di mio nonno e mio padre e cominciavo a tagliare, cucire etc etc, ad un certo punto sia mio nonno che mio padre mi hanno proibito di entrare nei loro armadi ed è lì che ho pensato di produrmi e vendere le prime camicie… morale della favola, sono nato con la camicia!

Chi è Mauro oggi? Verso dove sta volgendo lo sguardo e cosa punta a raggiungere?

Il solito sognatore più concreto, amante di quello che faccio, curioso del sapere e del fare con una famiglia stupenda e 3 fantastici rhodesian ridgeback. Mi piacerebbe vedere Covert come un figlio cercando di insegnargli rispetto, educazione e buone maniere, poi se sarò stato bravo un giorno qualcuno potrà raccontarlo.

Se potessi descrivere la tua vita con un libro, quale sarebbe e perché?

 Il paragone con un libro mi sembra di non essere all’altezza però ultimamente ho letto IL SILENZIO DELLE PIETRE di Vittorino Andreoli, in cui il protagonista è un uomo esasperato dalla follia del proprio tempo. Mi è piaciuto sopratutto perché è un’analisi sui limiti della nostra epoca, ma anche sui nostri.