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Quei ragazzi senza più percezione del rischio

Fonte: pierluigipiccini.it

21 ottobre 2019 | Pierluigi Piccini

di Vittorino Andreoli

La percezione del rischio è negli adolescenti di oggi fortemente diminuita e quando si trovano in gruppo e agiscono insieme, scompare del tutto. Senza questo freno l’esistenza è in un continuo pericolo, non si avverte più nemmeno la paura della morte. La mancanza della percezione del rischio equivale, infatti, al non considerare più la morte. Non si può nemmeno dire che è «banale», semplicemente non c’è. Del resto il significato dell’esistere non ha più nulla di concreto: ha assunto la dimensione della virtualità.

Nel mondo digitale la morte si riduce a un clic, a una immagine che scompare per un po’ di tempo ma, poi, riappare. Esistere significa ridursi a un immagine depositata in uno smartphone come testimonianza della propria identità, singola o di gruppo, e del proprio esserci. Ciò che ancora è sconvolto nella mente di molti giovani è la funzione del tempo: non esiste più il passato, il presente e il futuro in continuum come il filo che tiene insieme la propria storia ma è scandito in frammenti, in attimi di cui uno è completamente distaccato dall’altro e finisce per rappresentare quel «qui e ora» che non ha bisogno di principi, di regole ma, semplicemente, di essere consumato in una sorta di inconsapevolezza. Il mondo digitale è l’insieme di attimi depositati in memorie disanimate. Gli adolescenti di oggi hanno imparato che nel video si rappresentano solo momenti speciali. Sanno che il successo richiede l’estremo. In questa visione si inseriscono l’alcol e le altre droghe che hanno la capacità di farsi percepire come «fuori norma», «originali». Certamente diversi da come lo specchio dell’adolescenza permette loro di vedersi. È questo un periodo della crescita umana in cui l’adolescente si vede come un mostro. L’imperativo è uscire dal mondo del concreto e perdersi in quello della irrealtà che, oggi, però si chiama della virtualità. Non sono tutti sono così gli adolescenti, per fortuna. Tutti, però, avvertono di trovarsi in una educazione confusa e con modelli esistenziali che richiedono fatica, sacrificio senza però legarsi, come accadeva ai loro padri, a un futuro possibile.