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I Miei matti

i miei matti

Ricordi e storie di un medico della mente

“Immensi spazi vuoti, di un bianco gelido. Il bianco era il colore della morte. Il bianco era il colore della follia, della follia intesa come pre-morte.”
Vittorino Andreoli

Poco meno che ventenne, Vittorino Andreoli varca per la prima volta la soglia di un manicomio. È l’inizio di una grande passione, di una lunga carriera a stretto contatto con i matti, con le grandi questioni della ricerca, con le drammatiche esigenze dei malati di mente, fino all’ultimo giorno, quello della decisione di abbandonare per sempre i luoghi della follia. Anni di osservazione, di esperienze forti, scoperte appassionanti e avvilenti frustrazioni di fronte al dolore psichico: storie di pazienti che rivivono per noi in queste pagine, nelle memorie di un medico che ha visto cambiare la psichiatria e che ha contribuito ad alcune delle sue importanti trasformazioni. Un documento prezioso, ma soprattutto un percorso sincero, autobiografico, pieno di affetto, dentro una condizione umana così misteriosa, che ci riguarda tutti da vicino. Perché i matti sono uomini tra gli altri uomini.

„Vittorino Andreoli, I miei matti pp. 450, Bur 2004“