Il Corruttore

Il Corruttore

“La nostra è diventata
una democrazia a morale
ribaltata, nel senso che
rimangono i princìpi, ma sono
capovolti. Domina la morale
del singolo, del più forte, la
morale del vantaggio.”

Un nuovo cantiere edile si apre come uno sfregio sulle colline che circondano un’antica città italiana. In costruzione è la nuova villa, l’ennesima, di Angelo Ratti, un arricchito corrotto e corruttore, privo di qualsiasi senso etico e destinato a una carriera politica di successo. Il mostruoso edificio, che cresce infrangendo ogni norma, senza il minimo rispetto per l’ambiente, sorge accanto all’abitazione di Antonio Antiquo, docente di Letteratura greca all’università. Personaggio di un’onestà cristallina, amato e rispettato dai suoi concittadini, Antiquo decide di ribellarsi a quella che ritiene una vera profanazione subita da lui, dai suoi famigliari e dalla comunità tutta. Indignato dalla sopraffazione e richiamandosi ai princìpi nati nella civiltà greca, si affida alle armi del diritto e delle leggi, che però si riveleranno inefficaci contro lo strapotere del denaro e della corruzione. Ma il professore si batterà sino alla fine, in nome dei valori etici e della democrazia, anche se la sua lotta ha il senso di un’agonia. Uno scontro che è una metafora inquietante della nostra società, in cui tutto ha un prezzo e in cui tutto è in vendita. Vittorino Andreoli, tra i più acuti interpreti del mondo di oggi, ci offre un romanzo appassionato e appassionante che è un grido d’allarme sul degrado morale che rischia di distruggere il nostro Paese.